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Giorno della Memoria: Macerata Feltria posa le “pietre d’inciampo”"},"content":{"rendered":"\n\n\n
\u232a MACERATA FELTRIA<\/strong><\/td>\n26 gen 2022 \/ 18:20<\/td>\n<\/tr>\n<\/tbody>\n<\/table>\n

Domani mattina, gioved\u00ec 27 gennaio 2022, in occasione del Giorno della Memoria, l’ANPI Montefeltro e l\u2019Amministrazione Comunale di Macerata Feltria organizzano alle ore 10:30 una piccola cerimonia per la posa di alcune “pietre d\u2019inciampo” in ricordo di cittadini italiani e non solo che dal 1940 al 1944, per il solo fatto di essere ebrei, sono sati \u201cinternati\u201d e costretti a vivere segregati e privati di ogni avere e libert\u00e0 a Macerata Feltria; tecnicamente non si tratta di vere e proprie \u201cpietre d\u2019inciampo\u201d, perch\u00e9 questo nome fu dato a quelle ideate dall\u2019artista Gunter Demnig (nato a Berlino nel 1947). In Europa ne sono state installate gi\u00e0 oltre 70.000, la prima a Colonia, in Germania, nel 1995.<\/span>
\nSono costituite da un piccolo blocco quadrato di pietra (10\u00d710 cm), ricoperto di ottone lucente, posto davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti: ne ricordano il nome, l\u2019anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte.<\/span>
\nPer gli internati di Macerata Feltria non c\u2019\u00e8 n\u00e9 il luogo di deportazione n\u00e9 la data di morte. Fortunatamente molti, anche grazie agli abitanti del luogo, si salvarono.<\/span><\/p>\n

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CENNI STORICI<\/strong><\/span><\/p>\n

Il 18 settembre 1938 a Trieste Benito Mussolini, da un palco posto davanti al Municipio in Piazza Unit\u00e0 d’Italia, annunci\u00f2 per la prima volta il contenuto di quelle che passarono alla storia come \u201cle leggi razziali\u201d; il regime fascista, accodandosi all\u2019alleato tedesco, introdusse anche in Italia una legislazione discriminatoria nei confronti di una parte della sua popolazione, su una presunta e del tutto infondata diversit\u00e0 di \u201crazza\u201d: quella ebrea. Bambini che fino al giorno prima frequentavano le scuole del regno ne furono allontanati e con uno stillicidio di provvedimenti agli ebrei non fu permesso di fare praticamente pi\u00f9 nulla. Nel 1940 fu introdotto un nuovo istituto giuridico: \u201cL\u2019internamento libero\u201d che, similmente al confino, obbligava cittadini ebrei, italiani e non solo, a risiedere a loro spese in localit\u00e0 indicate dal regime. <\/span>
\nNelle Marche in generale e nella provincia di Pesaro in particolare furono individuate molte di queste destinazioni e Macerata Feltria fu una di esse. (nel nostro territorio furono individuate a questo scopo anche Sassocorvaro, Mercatino Conca, Piandimeleto\u2026)<\/span>
\nColoro che erano obbligati a soggiornare in queste localit\u00e0 erano assoggettati a regole e controlli rigidissimi; ad esempio, erano costretti in casa dal tramonto all\u2019alba e di giorno non potevano spostarsi di pi\u00f9 un chilometro dal loro domicilio ed avevano l\u2019obbligo di firma tre volte al giorno.<\/span>
\nCos\u00ec dal 1940 arrivarono a Macerata Feltria molti di questi internati, singoli o anche interi nuclei famigliari; i meno abbienti -dato che dovevano pagarsi il soggiorno – andarono in affitto da famiglie del posto in possesso di licenza da affittacamere mentre altri, i pi\u00f9 benestanti, nell\u2019unico albergo del paese, il \u201cMontefeltro\u201d.<\/span>
\nL’arrivo di questi \u201cstranieri\u201d provoc\u00f2 in questa piccola comunit\u00e0 di provincia -rispetto ad oggi non cos\u00ec piccola – una novit\u00e0 e la vicenda segn\u00f2 profondamente la popolazione di Macerata Feltria, tanto che alla fine degli anni 90 del secolo scorso un\u2019insegnante della locale scuola elementare – Iolanda Ferri Bianchi – assieme ai suoi alunni fece una ricerca e raccolse la testimonianza di molti maceratini che ancora avevano vivo il ricordo di quegli anni e di quella vicenda. Queste testimonianze vennero poi riunite in una pubblicazione corredate da molti documenti conservati negli archivi comunali; da esse emerge un quadro inaspettato: gli abitanti di Macerata Feltria, nonostante la propaganda fascista e lo stato di polizia instaurato, accolsero questi \u201cstranieri\u201d nella loro comunit\u00e0, spesso trasgredendo le regole, e ci\u00f2 non solo da parte di singoli cittadini ma anche da parte delle istituzioni. ad esempio, ad una bambina fu permesso di frequentare la scuola elementare, fatto comprovato dai registri scolastici di quegli anni; dopo l\u2019otto settembre del 1943 poi, quando arrivarono i nazisti ed il livello della persecuzione si alz\u00f2 fino alla deportazione nei campi di sterminio, i maceratini aiutarono queste persone, correndo anche rischi personali, a nascondersi e a mettersi in salvo.<\/span>
\nA riprova di questo atteggiamento degli abitanti di Macerata Feltria c\u2019\u00e8 un fatto: uno degli internati di allora, l\u2019artista Gustav Jellinek nato a Vienna nel 1913, nella primavera del 2001 torna dall\u2019Argentina dove era emigrato per ringraziare i maceratini per il trattamento a lui riservato in quel triste periodo.<\/span><\/p>\n

\u2013 Marco Bernardini<\/strong> – presidente ANPI Montefeltro<\/em><\/p>\n\n\n

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