Fermignano: in occasione della Giornata della Memoria, presentazione del libro “I Matti del Duce”
FERMIGNANO – In occasione della Giornata della Memoria, il 27 Gennaio alle ore 20:30, presso la Sala Monteverdi si terrà la presentazione del volume “I Matti del Duce” di Matteo Petracci, alla presenza dell’autore.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’Associazione “Il Vascello” di Fermignano e l’ANPI fermignanese e vedrà la partecipazione dell’Associazione Teatrale “Luoghi Comuni” sempre di Fermignano.
Matteo Petracci è Dottore di ricerca in Storia, politica e istituzioni dell’area euro-mediterranea nell’età contemporanea presso l’Università di Macerata.
«”Mania Politica, schizofrenia, paranoia, isterismo, distimia, depressione”. Sono queste le diagnosi che compaiono nei documenti di polizia o nelle cartelle cliniche intestate agli oppositori politici rinchiusi in manicomio negli anni del fascismo. Diagnosi più che sufficienti a motivare la segregazione per lunghi anni o per tutta la vita. Quali ragioni medico-scientifiche hanno giustificato il loro internamento psichiatrico? Quali invece, le ragioni dettate dalla politica del regime contro il dissenso o l’anticonformismo sociale? Molto si è scritto rispetto all’esperienza degli antifascisti in carcere o al confino, ma la possibilità che il regime abbia utilizzato anche l’internamento psichiatrico come strumento di repressione politica resta ancora poco indagata. Attraverso carte di polizia e giudiziarie, testimonianze e relazioni mediche e psichiatriche contenute nelle cartelle cliniche, Matteo Petracci ricostruisce i diversi percorsi che hanno condotto gli antifascisti in manicomio. Alcuni furono ricoverati d’urgenza secondo le procedure previste dalla legge del 1904 sui manicomi e gli alienati; altri vennero internati ai fini dell’osservazione psichiatrica o come misura di sicurezza; altri ancora furono trasferiti in manicomio quando si trovavano già in carcere o al confino. Dall’analisi degli intrecci tra ragioni politiche e ragioni di ordine medico emerge con forza il ruolo giocato dalla sovrapposizione tra scienza e politica nella segregazione di centinaia di donne e uomini, tutti accomunati dall’essere stati schedati come oppositori del fascismo.»
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